Come spiegato da Simone Capecchi, executive director di Crif «Per la prima volta dal 2013, è cambiata la traiettoria del rischio di credito... Dal 2013 al settembre 2021 il tasso di default, ovvero il rischio che la domanda di credito porta con sé, era progressivamente e ininterrottamente diminuito, scendendo da picchi del 7% fino al minimo storico dell’1,5%, raggiunto soprattutto grazie agli interventi governativi di finanza agevolata a supporto delle aziende nelle prime ondate della pandemia da Covid-19. Dal settembre 2021 questa linea discendente si è prima appiattita e poi ha ripreso a salire, per quattro trimestri successivi, fino a portarsi al 2% in media nel settembre scorso». Per una corretta interpretazione del dato, in ogni caso, è necessario aspettare e vedere se questa tendenza si consoliderà nei prossimi trimestri.
In merito alla domanda di credito, Crif rileva per l’intero 2022 un calo complessivo del 5,7%, che però comprende una tenuta maggiore per le grandi aziende (-2,4%) e una diminuzione decisamente più accentuata per le piccole imprese, in frenata del 12% rispetto al 2021. Un calo principalmente dovuto al fatto che veniamo da 18 mesi di grande disponibilità di finanza agevolata, attivata dal governo a sostegno della ripresa post pandemia da Covid-19, ma anche perché le imprese stanno rinviando gli investimenti importanti, soprattutto le piccole realtà.
FONTE: IL SOLE 24 ORE

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