Una parte rilevante della "tregua fiscale" legata alla bozza della Legge di Bilancio 2023 riguarda le multe stradali, anche alla luce del fatto che il tasso di riscossione oscilla intorno a un 45% medio. Seguendo tale strada (è proprio il caso di dirlo), l’intenzione del governo è quella di affidare le decisioni su stralci e sconti ai sindaci, i quali saranno quindi di fronte al bivio tra concedere la cancellazione o una definizione agevolata a seconda dei casi, oppure confermare la sanzione. Insomma, una patata bollente di non poco conto per i sindaci. Basti pensare che sui 19 miliardi di crediti comunali presenti negli arretrati dell’agente nazionale della riscossione, le multe sono circa il 40% abbondante.
Nonostante questo, l’ipotesi più favorevole all’automobilista è quella dello stralcio, che sui tributi erariali riguarderà le cartelle fino a mille euro affidate fra 2011 e 2015. In questa condizione dovrebbero esserci circa 11 milioni di verbali, un quarto del totale degli arretrati. Per quelli più recenti, sempre sulla falsariga di quanto sarà previsto per le entrate erariali, potrebbe essere riconosciuto un taglio dell’importo che elimini almeno gli interessi di mora, visto che le multe sono «sanzioni» e quindi non consentono la divisione fra imposta da pagare e penalità da abbuonare che e invece tipica delle altre cartelle.
FONTE: IL SOLE 24 ORE
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