ALLARME DAL MONDO DEL CINEMA: TAGLI AI FONDI E REVISIONE DEL TAX CREDIT METTONO A RISCHIO IL FUTURO DELL’AUDIOVISIVO ITALIANO
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Una “dissolvenza in nero” minaccia il cinema e l’intero comparto audiovisivo italiano. È l’immagine scelta dalle associazioni di categoria per descrivere lo scenario che potrebbe concretizzarsi se non verranno modificate le disposizioni della Legge di Bilancio 2026, che introducono tagli ai fondi per il cinema e una revisione restrittiva del Tax credit, il principale strumento di incentivo fiscale del settore.
Secondo Alessandro Usai, presidente di Anica, l’associazione di Confindustria che rappresenta produttori, distributori e maestranze, la manovra rischia di provocare «una crisi di produzione e un impatto occupazionale senza precedenti». Il taglio del Fondo Cinema di 150 milioni di euro e la riduzione dei benefici del Tax credit, che potrebbe generare una perdita stimata di oltre 320 milioni di euro di investimenti, metterebbero a repentaglio la sopravvivenza delle produzioni cinematografiche e televisive previste per il 2026.
Usai difende con forza lo strumento del credito d’imposta, introdotto dieci anni fa dall’allora ministro Dario Franceschini, che consente di recuperare fino al 40% degli investimenti sotto forma di agevolazione fiscale. «L’aliquota media reale – precisa – si aggira intorno al 30-32% e ha rappresentato una leva decisiva per la crescita del settore. Senza una revisione della manovra, i set potrebbero chiudere dal primo gennaio, poiché verrebbe a mancare un terzo dei budget di produzione».
L’allarme riguarda anche l’occupazione: il comparto audiovisivo impiega oltre 75.000 lavoratori, per il 98% assunti a progetto tra tecnici, costumisti, scenografi e maestranze. Senza correttivi, migliaia di posti di lavoro potrebbero andare perduti in poche settimane.
FONTE: LA STAMPA






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