CBAM: LA NUOVA FRONTIERA DELLA DECARBONIZZAZIONE TRA COMPETITIVITÀ, FISCO E GOVERNANCE INDUSTRIALE
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- Nov 4
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Il Meccanismo Europeo di Adeguamento del Carbonio alle Frontiere (CBAM – Carbon Border Adjustment Mechanism) rappresenta una delle trasformazioni più significative per il tessuto produttivo europeo e italiano. Si tratta di una misura rivoluzionaria, pensata per contrastare il rischio di delocalizzazione delle emissioni di CO₂ (carbon leakage) e per garantire condizioni di concorrenza eque tra i produttori europei e quelli extra-UE. Tuttavia, il CBAM non è privo di complessità: oltre agli aspetti ambientali, tocca questioni di competitività, fiscalità e governance aziendale, aprendo un ampio dibattito su come le imprese dovranno adattarsi alla nuova architettura regolatoria.
Il meccanismo prevede che le importazioni di beni ad alta intensità emissiva, come acciaio, cemento, alluminio e fertilizzanti, siano soggette a un prezzo del carbonio equivalente a quello sostenuto dai produttori europei nel quadro dell’ETS (Emission Trading System). L’obiettivo è quello di evitare che i produttori extra-UE ottengano vantaggi competitivi derivanti da standard ambientali meno rigorosi. Tuttavia, la messa in pratica del CBAM si presenta estremamente articolata: la mancanza di un coordinamento internazionale efficace potrebbe favorire comportamenti elusivi, alterare la concorrenza e pesare soprattutto sui settori industriali più energivori.
Sul piano operativo, le imprese dovranno dotarsi di sistemi interni di misurazione, tracciabilità e rendicontazione delle emissioni, adeguando la contabilità ai nuovi obblighi fiscali e ambientali. L’introduzione del CBAM richiede, dunque, un profondo ripensamento dei processi aziendali e una maggiore integrazione tra sostenibilità e strategia industriale.
FONTE: ITALIAOGGI






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