COMPRENDERE LA CASSA PER CAPIRE L'IMPRESA: COME LEGGERE IL RENDICONTO FINANZIARIO
- Dott. Caglieri Simone

- Oct 21
- 4 min read
Capire come si muove la liquidità all’interno della propria azienda è fondamentale per garantirne la stabilità e la crescita nel tempo. Troppo spesso l’attenzione si concentra esclusivamente sul conto economico o sullo stato patrimoniale, trascurando un documento altrettanto cruciale: il rendiconto finanziario.
Questo strumento racconta la storia dei flussi di cassa, ovvero di come l’impresa genera e utilizza le proprie risorse liquide. Analizzarlo permette di comprendere non solo se l’azienda è redditizia, ma soprattutto se è in grado di sostenere la propria operatività, investire e far fronte agli impegni finanziari.
In un contesto economico sempre più instabile, saper leggere e interpretare un rendiconto finanziario diventa quindi un’abilità imprescindibile per imprenditori, manager e professionisti della finanza. È attraverso questo documento che si può valutare la reale solidità dell’impresa, distinguendo tra risultati contabili positivi e una gestione realmente sostenibile della liquidità.
COS'E' IL RENDICONTO FINANZIARIO E PERCHE' E' UTILE
Il rendiconto finanziario è uno dei documenti più importanti del bilancio d’esercizio, ma spesso è anche uno dei meno compresi. A differenza del conto economico, che misura i ricavi e i costi, e dello stato patrimoniale, che fotografa la situazione patrimoniale e finanziaria dell’impresa in un determinato momento, il rendiconto finanziario racconta come la liquidità si è mossa nel tempo.
In pratica, questo documento contabile fornisce una rappresentazione dettagliata dei flussi di cassa di un’azienda, mostrando le variazioni nella disponibilità liquida durante un determinato periodo. Il suo scopo è illustrare come la finanza aziendale si è generata (entrate) e come è stata utilizzata (uscite) nelle tre principali aree operative dell’impresa:
Flussi di cassa operativi, legati alle attività quotidiane dell’azienda, come gli incassi derivanti dalle vendite, i pagamenti ai fornitori, gli stipendi e le imposte.
Flussi di cassa d’investimento, che comprendono gli acquisti o le vendite di beni durevoli, partecipazioni o altre attività che generano valore nel lungo periodo.
Flussi di cassa finanziari, relativi alle operazioni di finanziamento, come l’accensione o il rimborso di prestiti, la distribuzione di dividendi o l’emissione di nuove azioni.
Il rendiconto finanziario è quindi uno strumento chiave per comprendere la capacità dell’impresa di generare liquidità, mantenere l’equilibrio tra entrate e uscite e finanziare le proprie attività operative e strategiche.
Tralasciando per motivi di tempo la spiegazione di come si costruisce il rendiconto finanziario – argomento per il quale rimandiamo agli webinar svolti dai controller aziendali della Coservice, oltre a ricordarvi che gli iscritti (iscrizione gratuita) all’area riservata potranno scaricarsi gratuitamente un file excel che costruisce automaticamente il rendiconto semplicemente inserendo i dati di bilancio di un’azienda – vediamo di seguito la sua struttura

COME LEGGERE IL RENDICONTO FINANZIARIO
Leggere correttamente un rendiconto finanziario significa saper interpretare la dinamica della liquidità aziendale: da dove proviene, come viene impiegata e in che modo varia nel tempo. Questo documento, infatti, segue una logica ben precisa: ricostruire lo sviluppo della liquidità partendo dal risultato economico dell’impresa – in particolare dal Margine Operativo Netto (M.O.N.), che rappresenta il reddito generato dal ciclo produttivo – e apportare poi una serie di rettifiche per comprendere, in ciascuna area di gestione, quanta finanza è stata creata o assorbita.
Per una lettura efficace, è utile suddividere il rendiconto finanziario in tre sezioni principali:
1. Area di creazione della liquidità
È la parte iniziale del rendiconto e rappresenta il cuore pulsante dell’azienda, perché mostra quanta liquidità viene effettivamente generata dal ciclo operativo. L’analisi parte normalmente dal Margine Operativo Lordo (MOL), che indica il reddito prodotto dall’attività caratteristica dell’impresa dopo i costi operativi, ma prima di imposte e oneri finanziari. Tuttavia, da questo valore vanno sottratti quei costi che non hanno un impatto reale sulla cassa, come:
- Ammortamenti, costi puramente contabili che non comportano uscite di denaro;
- Accantonamenti al TFR, che rappresentano un costo ma non necessariamente un pagamento immediato poiché l’uscita finanziaria si concretizza nel momento di interruzione del rapporto contrattuale tra il lavoratore e l’impresa;
- Variazioni del capitale circolante netto, ossia le modifiche nei crediti verso clienti, nei debiti verso fornitori e nelle rimanenze di magazzino.
Queste ultime voci sono particolarmente significative per capire se l’azienda sta generando o assorbendo cassa:
Se i crediti verso clienti aumentano, significa che hai venduto ma non incassato, con conseguente diminuzione della liquidità. Se invece diminuiscono, gli incassi sono cresciuti e la liquidità aumenta.
Se i debiti verso fornitori aumentano, significa che hai acquistato ma non pagato: la liquidità cresce. Se diminuiscono, hai saldato i fornitori e la cassa si riduce.
Se le rimanenze di magazzino aumentano, una parte della liquidità è immobilizzata in beni non ancora venduti; se diminuiscono, la liquidità migliora.
Da queste dinamiche emergono due situazioni fondamentali:
Una diminuzione del capitale circolante è, generalmente, positiva perché riduce il fabbisogno finanziario dell’impresa. L’unico caso di una diminuzione da valutarsi come negativa è il caso in cui tale trend è dovuto a un eccessivo indebitamento causato dall’incapacità dell’azienda di creare la liquidità adeguata al sostenimento dei propri impegni finanziari.
Un aumento del capitale circolante può essere positivo solo se accompagnato da una crescita dei ricavi di pari o maggiore entità. In caso contrario, segnala un peggioramento della gestione finanziaria.
È importante anche osservare la qualità di queste variazioni: ad esempio, un aumento dei debiti può migliorare temporaneamente la liquidità, ma se deriva da difficoltà nel pagare i fornitori o da un crescente indebitamento bancario, è un segnale di tensione finanziaria.
Alla fine di quest’area si ottiene il flusso di cassa corrente, che indica la liquidità generata (o assorbita) dal ciclo operativo tenendo conto dei tempi di incasso e pagamento. In sintesi, risponde a una domanda cruciale:
“L’azienda sta davvero producendo liquidità con il suo lavoro quotidiano?”
2. Area di assorbimento delle risorse finanziarie
In questa sezione vengono analizzate le attività che consumano cassa, in particolare quelle legate agli investimenti aziendali. Vi rientrano:
- Acquisti di beni strumentali (macchinari, immobili, attrezzature);
- Investimenti in partecipazioni o altre immobilizzazioni finanziarie;
- Sviluppo di immobilizzazioni immateriali (software, brevetti, ricerca);
- Rimborso di finanziamenti a breve, medio o lungo termine;
- Pagamento di oneri finanziari e distribuzione di dividendi ai soci.
Da queste voci si ricavano due indicatori di grande utilità:
Il free cash flow al servizio dei debiti, che rappresenta la finanza disponibile per rimborsare i prestiti;
Il free cash flow a servizio del capitale di rischio, che mostra la quota di risorse destinata alla remunerazione dei soci.
3. Area di raccolta della liquidità
Infine, questa parte del rendiconto evidenzia le fonti di nuova liquidità, come l’accensione di nuovi finanziamenti, l’ingresso di capitale da parte dei soci o altre operazioni di finanziamento.






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