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Writer's pictureDott. Caglieri Simone

I PRINCIPI CARDINE PER LA PREDISPOSIZIONE DEL CONTROLLO DI GESTIONE

In un precedente articolo avevamo spiegato il significato del sistema di controllo di gestione e la sua utilità per gli amministratori nello scegliere le strategie aziendali maggiormente efficienti.

A parere di chi scrive, la progettazione dei sistemi di controllo di gestione deve basarsi su alcuni principi cardine di seguito esposti:

  • Bilanciamento tra costi e benefici nella produzione delle informazioni. La finalità primaria del controllo di gestione è quello di produrre una serie di dati e notizie che saranno utilizzate dai manager per il processo decisionale, in modo da assumere decisioni e strategie volte alla massimizzazione dei risultati economico-finanziari dell’azienda oltre a incrementarne il valore. Produrre informazioni comporta dei costi, non solo economici ma anche di tempo, poiché è necessario raccogliere i dati, sviluppare un sistema che li elabori al fine per ottenere le notizie di cui si necessita e revisionare, soprattutto nei primi tempi, tale sistema per verificare che non siano stati commessi errori nella sua elaborazione e nel suo funzionamento. Tanto più è complesso il controllo di gestione e maggiori saranno sia i costi per l’azienda sia il rischio per il controller di elaborare dei dati ridondanti che rischiano di fuorviarlo nella loro lettura. Indipendentemente dalla tipologia di organizzazione, la semplicità è la strategia migliore da adottare in sede di progettazione del controllo di gestione in quanto la complessità tende a creare dei costi che possono superare i benefici. Si pensi al caso di una società operante nel settore luxury dell’abbigliamento, che progetta e produce abiti personalizzati e su misura per i propri clienti. Nel caso in cui il controller decida di effettuare una break even analysis, maggiore sarà la mole di informazioni richieste ai sarti dell’azienda e maggiori saranno i costi (di tempo e denaro) per l’impresa. Si pensi, estremizzando, all’ipotesi di conteggiare il tempo impiegato per realizzare il design o inserire i bottoni di ogni singolo abito.

  • La pianificazione economico-finanziaria deve essere espressa mediante i budget, cioè uno strumento di programmazione consistente in un documento previsionale in cui vengono indicate le risorse economiche che una data organizzazione prevede di spendere, in uno specifico arco temporale, al fine di ottenere un determinato risultato. La finalità del budget è la pianificazione, permettendo all’azienda di definire un determinato percorso da seguire, coordinare le attività volte al raggiungimento degli obiettivi prefissati e, infine, controllare che non vi siano state deviazioni al percorso prefissato. Senza un articolato sistema di budgeting che pianifichi il processo produttivo aziendale, la programmazione potrebbe risultare indeterminata e approssimata.

  • Il processo di analisi degli scostamenti deve essere incentrato su una gestione per eccezioni. Una delle fasi del controllo di gestione è la comparazione e analisi degli scostamenti tra i dati consuntivi e gli obiettivi definiti in sede di pianificazione, in modo da verificare le cause dei differenziali per comprenderne le motivazioni e apportare le necessarie correzioni o alle strategie aziendali o alla programmazione. Questo processo prende il nome di “gestione per eccezioni”, dove i manager saranno portati a concentrare la propria attenzione sulle aree aziendali che deviano significativamente dal budget ignorando, al contrario, quelle che sono sostanzialmente in linea con le aspettative. Ciò consente al manager di gestire in modo efficiente il proprio tempo, tralasciando le preoccupazioni superflue sulle attività che procedono secondo la pianificazione.

  • Suddivisione dei ruoli per competenze tra controller e manager. Se da una parte il controllo di gestione (e il controller) aiuta la pianificazione e l’attività di analisi degli scostamenti, dall’altro devono essere i manager a valutare i documenti di reporting e, sulla base di essi, assumere le decisioni strategiche per la propria azienda. Non devono essere confuse le competenze e i ruoli del controller con quelle degli amministratori. Il compito del controller è quello di fornire agli amministratori una serie di dati e notizie indispensabili al processo decisionale tramite il sistema di analisi della capacità del ciclo produttivo di creare liquidità oltre a supportare il processo di pianificazione economico-finanziaria. Dall’altro lato, deve essere il manager a valutare gli scostamenti tra i risultati consuntivi e quelli preventivati per individuare strategie aziendali nuove e maggiormente efficaci.


Dott. Caglieri Simone



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