IL RITORNO AL FOSSILE IN EUROPA NONOSTANTE GLI OBIETTIVI GREEN
- .
- 8h
- 1 min read
Mentre Bruxelles ribadisce l’obiettivo di eliminare gradualmente i combustibili fossili, molti Paesi europei si muovono nella direzione opposta, rilanciando attività di esplorazione e produzione. La Grecia ha autorizzato quattro nuovi blocchi offshore, segnando la fine di 40 anni di stop e inaugurando una collaborazione energetica con gli Stati Uniti. L’Italia ha dato il via libera a 34 permessi esplorativi su terra e mare, mentre Cipro, Croazia e Polonia (che ha scoperto un giacimento da 22 milioni di tonnellate di greggio) avanzano nella stessa direzione.
La nuova corsa alle fonti fossili riguarda soprattutto il Mediterraneo, guidata da ragioni economiche e di sicurezza energetica: la sola transizione “full green” non è ritenuta sostenibile finanziariamente, e la crisi geopolitica ha spinto molti Paesi a privilegiare stabilità e autonomia degli approvvigionamenti. Al contrario, alcuni Stati continuano a puntare più decisamente su rinnovabili ed efficienza energetica.
Lo studio Energy Outlook 2025 conferma la tendenza: la domanda globale di petrolio e gas continuerà a crescere almeno fino al 2050, mentre solo il carbone inizierà a calare nel breve periodo. Il gas, secondo le nuove previsioni, aumenterà fino al 2030, anche per effetto delle politiche statunitensi e dei bassi prezzi. Il petrolio potrebbe raggiungere 113 milioni di barili al giorno nel 2050, trainato dai Paesi emergenti e da settori come trasporti, petrolchimica e aviazione. Nel frattempo, gli Stati Uniti rimarranno il maggiore produttore mondiale di petrolio e gas fino a metà secolo.
FONTE: IL GIORNALE






Comments