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PENSIONI MEDIO-ALTE: PERSI FINO A 180 MILA EURO IN DIECI ANNI

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  • Sep 18
  • 1 min read

Secondo l’Osservatorio sulla spesa pubblica e sulle entrate di Cida e Itinerari Previdenziali, le pensioni medio-alte hanno subito una forte svalutazione a causa dei continui blocchi, tagli e dell’inflazione record. Tra il 2012 e il 2025 la perdita complessiva supera il 21% del potere d’acquisto, con riduzioni che vanno da 13.000 euro a oltre 115.000 euro in dieci anni per assegni superiori ai 2.500 euro mensili.

Esempi concreti mostrano l’entità del problema: una pensione da 10.000 euro lordi mensili ha perso quasi 178.000 euro, mentre un assegno da 5.500 euro ha visto sfumare circa 96.000 euro.

Nonostante ciò, i pensionati con redditi oltre i 35.000 euro lordi annui, pari al 14% del totale, versano da soli il 46,3% dell’IRPEF della categoria. Per Stefano Cuzzilla, presidente di Cida, si tratta di una profonda ingiustizia: chi ha contribuito di più al sistema previdenziale è oggi il più penalizzato. Cuzzilla ribadisce che le pensioni non sono privilegi, ma salario differito, frutto di anni di lavoro e tasse pagate, nonché un patto intergenerazionale che va tutelato.

Sulla stessa linea Alberto Brambilla, presidente del Centro studi Itinerari Previdenziali, che evidenzia come i pensionati abbiano meno strumenti per difendersi dall’inflazione e che il meccanismo di rivalutazione sia stato applicato in maniera penalizzante, con incrementi ben al di sotto del tasso reale di inflazione.

Entrambi i presidenti lanciano un appello alla politica: garantire regole stabili, eque e certe, per non minare la fiducia nel sistema previdenziale e per salvaguardare il patto sociale tra generazioni.


FONTE: IL GIORNALE


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