LAVORO MULTIGENERAZIONALE: TRA SFIDE E OPPORTUNITÀ, LA DIVERSITÀ D’ETÀ SI RIVELA UNA RISORSA STRATEGICA
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- Nov 2
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Nel mondo del lavoro contemporaneo convivono generazioni molto diverse per età, mentalità e competenze: dai Baby Boomer che restano attivi più a lungo, anche grazie alle riforme pensionistiche, alla Gen Z che entra con nuove energie e una forte impronta digitale. Questa convivenza, sebbene non priva di difficoltà, può rappresentare un potente motore di crescita per le aziende.
È quanto emerge da una ricerca globale condotta da Indeed e YouGov, che ha coinvolto oltre 11.000 lavoratori e 5.600 recruiter in nove Paesi, tra cui l’Italia. Secondo i risultati, il 71% dei lavoratori e il 78% dei recruiter italiani ritiene che un ambiente di lavoro multigenerazionale migliori l’atmosfera e l’esperienza quotidiana, mentre l’81% dei datori di lavoro riconosce effetti positivi sulla produttività e il 77% sulle performance aziendali.
Come spiega Gianluca Bonacchi, Talent Strategy Advisor di Indeed, la diversità generazionale è oggi una risorsa strategica: “Un mix di età diverse porta prospettive complementari, idee fresche e una combinazione vincente di esperienza e innovazione. È un circolo virtuoso: i lavoratori più esperti trasmettono conoscenze consolidate, mentre i giovani apportano energia e competenze tecnologiche, creando un ambiente dinamico di apprendimento reciproco”.
Tuttavia, non mancano le criticità. La più citata riguarda le differenze nelle competenze tecnologiche (per il 31% dei datori di lavoro e il 30% dei lavoratori), seguita dai diversi stili di comunicazione (32% dei lavoratori e 27% dei datori) e dallo scontro generazionale di opinioni e valori (25%). Persistono anche stereotipi legati all’età: la Gen Z è spesso accusata di dipendere troppo dalla tecnologia e di essere poco coinvolta (41% dei lavoratori e 33% dei datori), mentre i Baby Boomer vengono percepiti come poco flessibili (32%) e avversi al rischio (24%).
Nonostante queste difficoltà, la convivenza tra generazioni porta vantaggi significativi. La condivisione di conoscenze e competenze è indicata come il beneficio principale dal 50% dei lavoratori e dal 51% dei datori, seguita dall’arricchimento in termini di esperienza e diversità (45% e 44%) e dallo stimolo all’innovazione derivante dal confronto tra punti di vista differenti (39% e 43%).
FONTE: IL SOLE 24 ORE






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